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Ogni anno vengono eseguite più di 200.000 operazioni di trapianto di capelli e il trend sembra destinato ad aumentare. Un dato, che ci aiuta a capire quanto ormai le procedure connesse a questo tipo di intervento siano collaudate e, di conseguenza, sicure. Tuttavia, come tutti gli interventi chirurgici, anche l’autotrapianto di capelli non è totalmente esente da rischi. In questa sede esamineremo a una a una tutte le possibili complicazioni.

Rischio infezione

Qualsiasi tipo di intervento chirurgico comporta un rischio, per quanto basso, di infezione.

Questo pericolo è ancor più ridotto se prendiamo in considerazione le operazioni di trapianto di capelli, nella fattispecie quelle che prevedono l’estrazione a singole unità follicolari.

Attraverso l’autotrapianto di capelli micro FUE, infatti, l’incidenza del rischio di infezione è pressoché nulla.

Giova ricordare che uno dei prerequisiti essenziali per ridurre al massimo certe complicazioni passa dalla scrupolosa sterilizzazione degli strumenti chirurgici, della sala operatoria e dell’equipe medica.

Sanguinamento eccessivo

L’eccessivo sanguinamento è un fattore di rischio da non trascurare e che può inficiare la buona riuscita dell’intervento.

Il verificarsi di un’emorragia a livello del cuoio capelluto, una zona di per sé ricca di vasi sanguigni, può costituire un problema sia in fase di prelievo che di innesto delle unità follicolari.

Nel primo caso, riduce le probabilità di estrarre unità pilifere in maniera integra; nel secondo, rende più difficile il loro corretto posizionamento e il loro adeguato mantenimento in sede.

Per prevenire una simile complicanza, solitamente si procede alla somministrazione di un farmaco vasocostrittore nella zona interessata, in modo da ridurre l’irrorazione di sangue durante l’intervento.

Rischio cicatrici visibili

La maggiore o minore invasività delle cicatrici e le loro caratteristiche dipendono dal tipo di tecnica chirurgica impiegata, oltre che ovviamente dalla buona riuscita o meno dell’intervento.

L’utilizzo della tecnica FUT produce una lunga cicatrice orizzontale nell’area donatrice, posta sulla nuca, che sarà poi mascherata dalla ricrescita stessa dei capelli.

La tecnica FUE, invece, dà origine a delle piccole cicatrici tondeggianti di circa 1 millimetro di diametro, a seconda del punch impiegato.

Tra le diverse tecniche, infine, la micro FUE è sicuramente la meno invasiva.

Il trauma cutaneo è di lieve entità e, di conseguenza, ci sono alte probabilità che non rimanga nessun tipo di cicatrice visibile.

L’effetto “testa di bambola”

Un trapianto di capelli mal riuscito può dar vita a una serie di inestetismi difficili da accettare per il paziente.

Uno di questi è il cosiddetto effetto a “testa di bambola”. Nel gergo medico questa definizione sta a indicare una prassi operatoria, ormai superata, che consiste nell’eseguire il trapianto in quattro sessioni distinte.

In ognuna delle quattro fasi vengono estratti capelli dall’area donatrice e poi impiantati in maniera sistematica e ordinata nell’area ricevente.

Il risultato che si ottiene utilizzando questa metodologia è decisamente innaturale, a tal punto da assomigliare al modo in cui sono disposti i peli sulla testa delle bambole.

Si tratta di un metodo che appartiene ormai al passato, che è stato superato distribuendo in maniera ottimale i follicoli e utilizzando strumenti che consentono l’estrazione di unità follicolari molto piccole, tra gli 0,7 e il millimetro di diametro.

Direzione dei capelli irregolare

Un altro rischio associato all’autotrapianto di capelli è il posizionamento errato dei follicoli piliferi che può generare un aspetto strano nel complesso.

Tale eventualità non è strettamente legata alle tecniche operatorie utilizzate, bensì dipende dall’abilità del chirurgo.

La direzione naturale dei capelli non è perpendicolare al cuoio capelluto. Piuttosto, più si avvicina alle tempie, più acuto diventa l’angolo di posizionamento.

Un bravo chirurgo, dunque, deve sapere osservare attentamente la direzione dei capelli del paziente, in modo da regolare e calibrare alla perfezione i nuovi innesti.

Prima di ciascun trapianto di capelli con Elithairtransplant, il Dr. Balwi dedica molto tempo a discutere la nuova linea dei capelli e durante l’operazione fa particolare attenzione a creare una nuova attaccatura dalle linee morbide e naturali.

Ulteriore perdita di capelli

I capelli trapiantati nella zona ricevente non sono, e non saranno mai, a rischio caduta. Quelli invece nati spontaneamente, sì.

È dunque possibile che, dopo aver ottenuto un buon risultato tramite un intervento di autotrapianto perfettamente riuscito, negli anni il paziente possa essere soggetto a un’ulteriore, fisiologica perdita di capelli.

In casi come questo, l’unica soluzione possibile è quella di sottoporsi nuovamente a un trapianto follicolare, con il fine di infoltire la zona interessata dal nuovo diradamento.

In qualsiasi caso, la consulente fa sempre una lunga serie di domande per capire se questo secondo diradamento avverrá a breve termine o se potrebbe potenzialmente avvenire in futuro.

Caduta parziale dei capelli

Seppur poco frequenti, in alcuni casi è possibile che a seguito di un intervento di autotrapianto si verifichi un’improvvisa caduta di capelli nell’area donatrice.

Questo fenomeno è denominato effluvium e si verifica in seguito al trauma a cui la cute viene sottoposta in fase di prelievo delle unità follicolari.

La convivenza con queste nuove chiazze alopeciche può essere difficile a livello psicologico per il paziente, ma fortunatamente non è destinata a perdurare.

L’alopecia da effluvium, infatti, è spontaneamente reversibile. Basterà aspettare che il ciclo naturale dei capelli faccia il suo corso per vederla sparire.

Aspettative irrealistiche

La buona riuscita dell’intervento non dipende esclusivamente dalle capacità del chirurgo, ma anche dalle aspettative del paziente.

Se questi si aspetta un risultato impossibile, non potrà mai essere pienamente soddisfatto del risultato ottenuto.

L’autotrapianto di capelli non è altro che lo spostamento di unità follicolari da una zona all’altra.

Ne consegue che quei soggetti che sono interessati da un’alopecia severa, che presenta ampie zone di diradamento, non potranno aspettarsi di ottenere una densità totalmente omogenea in ogni parte del cuoio capelluto.

Per scongiurare il rischio di insoddisfazione nel paziente, è fondamentale instaurare un dialogo schietto tra le parti in fase preoperatoria, così da stabilire insieme obiettivi chiari e raggiungibili.

Conclusione

Nonostante le tecniche operatorie si siano evolute moltissimo negli ultimi anni e le complicazioni si siano ridotte in maniera drastica, l’autotrapianto di capelli, così come qualsiasi altra forma di intervento chirurgico, comporta dei rischi che non devono essere sottovalutati.

Il modo migliore per non prendere sottogamba questo genere di operazione consiste nell’affidarsi a una clinica che dia garanzie e che sappia offrire un reale valore aggiunto in tutte le fasi del processo.

Il dovere  di ogni clinica é quello di informare e rendere consapevoli i pazienti di tutte le possibili complicanze connesse all’autotrapianto o trapianto di capelli fue, definire le aspettative e gli obiettivi da raggiungere e infine eseguire il trapianto nel migliore dei modi.

29 Dic, 2020

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